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Cappella di
San Liborio
Nel cuore della frazione di San Liborio, immersa tra gli agrumeti e affacciata su un paesaggio che guarda verso il Monte Vico Alvàno, sorge la Cappella di Santa Maria delle Grazie: un luogo carico di spiritualità, arte e storia che racconta le radici più profonde della comunità locale. La sua origine risale con molta probabilità al XIV secolo, quando nel piccolo casale rurale si diffuse la venerazione per l’immagine della Madonna delle Grazie. La cappella è visibile da lontano grazie al suo campanile in tufo grigio a vista, con copertura piramidale, costruito nel 1930, oggi rafforzato da eleganti strutture metalliche.
Il complesso architettonico ha assunto nel tempo una configurazione articolata, grazie a numerosi interventi di ampliamento che ne hanno arricchito sia la funzionalità che il valore artistico. Particolarmente significativa è la cappella laterale dedicata a Sant’Antonio da Padova, costruita nel 1933 e fortemente sentita dalla popolazione locale. Ospita una suggestiva statua in cartapesta del Santo, accanto ad altre rappresentazioni pittoriche religiose. All’interno si conserva anche una cappella votiva dedicata al Sacro Cuore, con una statua in cartapesta risalente al 1945 e un altare ligneo di fine Ottocento, finemente decorato.
Il patrimonio artistico della Cappella è ricco e variegato: dipinti ad olio, statue in cartapesta opera di noti artisti leccesi, un Cristo ligneo e una rara rappresentazione di San Liborio Vescovo, risalente al 1990. Di particolare pregio è anche il quadro dell’altare maggiore, raffigurante la Vergine delle Grazie con Bambino, circondata da angeli e santi. Lungo le pareti si snoda una via Crucis in bronzo, composta da quattordici piccole immagini in rilievo che raccontano con sobrietà e forza espressiva i momenti salienti della Passione di Cristo.
Dal punto di vista architettonico, la Cappella si distingue per la copertura a doppia falda, sostenuta da capriate lignee che poggiano su un manto di tegole marsigliesi, e per l’utilizzo della tecnica dell’“astrico battuto” nella impermeabilizzazione delle volte: una tradizione costruttiva tipica delle aree sorrentine e amalfitane, che prevede l’uso di lapillo vulcanico mescolato con latte di calce. Questo metodo conferisce alla copertura una particolare patina vegetale, testimone della perfetta integrazione tra architettura e ambiente.
Oggi, la Cappella di Santa Maria delle Grazie non è solo un luogo di culto, ma anche una viva testimonianza dell’identità del territorio. Ogni elemento – dalla struttura edilizia agli arredi sacri – contribuisce a raccontare secoli di fede popolare, di devozione quotidiana e di trasformazioni urbane. Visitare questo piccolo gioiello significa entrare in contatto con la memoria viva di una comunità e con una forma autentica di bellezza, fatta di pietra, colore e spiritualità.
Come raggiungerlo