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Alcioneo, il gigante del Vesuvio: quando la mitologia prende vita tra i pupi e le marionette

22/08/2025 08:21

Ufficio cultura del Comune di Piano di Sorrento

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Alcioneo, il gigante del Vesuvio: quando la mitologia prende vita tra i pupi e le marionette

Nella suggestiva cornice di Villa Fondi a Piano di Sorrento, con il mare che si stendeva sullo sfondo e il Vesuvio che si ergeva maestoso in lontananz

Nella suggestiva cornice di Villa Fondi a Piano di Sorrento, con il mare che si stendeva sullo sfondo e il Vesuvio che si ergeva maestoso in lontananza, ieri sera è andato in scena “Alcioneo, il gigante del Vesuvio”, spettacolo di teatro dei pupi e marionette tratto da un testo di Giovanni Gugg. Un appuntamento che ha saputo coniugare mito, tradizione e arte popolare, regalando al pubblico un viaggio senza tempo nelle radici più profonde della cultura mediterranea.

La serata, parte del cartellone Estate Blu 2025, ha visto una partecipazione numerosa: famiglie, appassionati di teatro e curiosi si sono lasciati catturare dall’incanto di una rappresentazione capace di fondere la potenza evocativa della mitologia con la delicatezza artigianale delle marionette. L’ingresso libero ha favorito un clima di comunità, trasformando il giardino di Villa Fondi in un piccolo anfiteatro a cielo aperto.

Il mito di Alcioneo: tra terra e fuoco

Al centro dello spettacolo, la figura titanica di Alcioneo, uno dei giganti della tradizione greca, che secondo la leggenda sfidò gli dei stessi durante la Gigantomachia. Nel racconto proposto, però, la sua storia è stata reinterpretata in chiave locale, legando la sua potenza al Vesuvio, montagna di fuoco e simbolo di Napoli e della Campania. Il gigante, così, diventa metafora viva di una terra ambivalente, fertile e minacciosa, madre generosa e forza distruttrice.

La sceneggiatura, ispirata dal lavoro di Gugg, ha saputo valorizzare questa doppia natura: Alcioneo non è soltanto antagonista degli dei, ma anche simbolo di resistenza e vitalità, quasi a incarnare lo spirito stesso dei popoli che vivono alle falde del vulcano.

Pupi e marionette: la tradizione che si rinnova

Il vero cuore pulsante della serata è stato, senza dubbio, l’uso dei pupi e delle marionette. La Compagnia Artritmica ha dato vita a figure imponenti e raffinate, capaci di muoversi con sorprendente naturalezza e di trasmettere emozioni che andavano oltre i fili che le guidavano. La marionetta di Alcioneo, gigantesca e possente, ha strappato applausi al suo ingresso in scena, mentre le voci narranti intrecciavano versi e dialoghi che riportavano lo spettatore al tempo mitico della lotta fra dei e giganti.

Ogni movimento, ogni battito di tamburo e ogni modulazione di voce erano studiati per evocare le atmosfere di un mondo arcaico, ma allo stesso tempo profondamente radicato nell’immaginario collettivo del nostro territorio. Il pubblico, composto anche da molti bambini, ha seguito con attenzione e stupore, segno che la magia del teatro dei pupi resta intatta anche nell’era digitale.

Il mito che parla al presente

Se Alcioneo, secondo la leggenda, trae la sua forza dalla terra che calpesta, lo spettacolo ci ha ricordato come anche noi, uomini e donne contemporanei, continuiamo a trarre energia e identità dal nostro legame con il territorio. Il Vesuvio, con la sua ombra e la sua luce, diventa così personaggio vivo, specchio delle contraddizioni di un popolo che conosce la bellezza e la tragedia, la forza creativa e la fragilità.

In questo senso, l’evento non è stato solo intrattenimento, ma un’occasione per riflettere: i giganti che combattiamo oggi non hanno sembianze mitologiche, ma parlano il linguaggio delle sfide ambientali, sociali e culturali. Alcioneo diventa allora simbolo della capacità di resistere, di rialzarsi e di affermare la propria identità, pur nelle difficoltà.

Conclusione

La serata a Villa Fondi si è conclusa tra applausi convinti e un senso diffuso di gratitudine per uno spettacolo che ha saputo unire grandi e piccoli, tradizione e contemporaneità, mito e realtà. “Alcioneo, il gigante del Vesuvio” non è stato soltanto uno spettacolo di pupi e marionette, ma un’esperienza collettiva che ha reso viva la mitologia, riportandola al cuore della nostra quotidianità.

Un viaggio tra le radici della nostra cultura che, come i fili invisibili delle marionette, continua a muovere il presente.

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