Una serata densa di riflessioni e di tensione civile quella che si è svolta il 25 agosto a Villa Fondi, nell’ambito della quinta edizione del Festival Internazionale del Giornalismo e del Libro d’Inchiesta. Sul palco, davanti a un pubblico attento e partecipe, Alessandro Di Battista ha presentato il suo ultimo libro Democrazia Deviata, dialogando con Mariella Nica in un incontro che ha coniugato analisi politica, denuncia e provocazione.
Il festival, patrocinato dal Comune di Piano di Sorrento e dalla Fondazione Ad Astra, si conferma ancora una volta un osservatorio privilegiato sui temi più scottanti dell’attualità, dando voce a scrittori, giornalisti e intellettuali impegnati a decifrare le contraddizioni della nostra epoca. La cornice di Villa Fondi, con il mare che si intravede sullo sfondo, ha reso l’atmosfera ancora più suggestiva, quasi a ricordare che la bellezza del luogo non può e non deve offuscare le ombre che gravano sul funzionamento delle istituzioni democratiche.
Al centro dell’incontro, la tesi del libro di Di Battista: la democrazia italiana non è semplicemente “imperfetta”, ma profondamente deviata da un sistema che concentra potere, interessi e decisioni lontano dai cittadini. “Non siamo di fronte a un fisiologico deficit di rappresentanza – ha sottolineato l’autore – ma a un vero e proprio tradimento del patto costituzionale”. Un’affermazione che ha acceso il dibattito, alimentato dalle domande di Mariella Nica, capace di incalzare l’ex parlamentare senza concedergli zone di conforto.
Il dialogo si è mosso su più livelli: dalla denuncia della subalternità della politica ai grandi poteri economici e finanziari, alla critica dei partiti che hanno abdicato alla loro funzione originaria, fino al ruolo dei media, accusati di non svolgere più una funzione di controllo e di contro-potere. Di Battista ha alternato dati, aneddoti e ricordi della sua esperienza politica, ma anche riflessioni più personali, come quando ha raccontato le difficoltà e le pressioni subite da chi sceglie di non allinearsi.
Il pubblico, composto da cittadini, attivisti, giornalisti e semplici curiosi, ha seguito con attenzione, applaudendo più volte alcuni passaggi chiave, in particolare quando l’autore ha insistito sulla necessità di un ritorno all’impegno civico diretto: “La democrazia la salviamo solo se torniamo a considerarla un bene comune da difendere ogni giorno, non un bene di consumo da utilizzare ogni cinque anni davanti a un’urna elettorale”.
La serata non è stata priva di momenti di confronto acceso: alcune domande dal pubblico hanno sollecitato Di Battista sul tema della credibilità personale e sulle scelte compiute nel suo percorso politico, mettendo in evidenza come la figura dell’ex deputato susciti ancora oggi passioni contrastanti. Lui, da parte sua, non si è sottratto, rivendicando la coerenza delle proprie posizioni e rilanciando con nuove provocazioni sullo stato della sinistra, sul ruolo dell’Europa e sull’urgenza di una riforma radicale della partecipazione popolare.
In conclusione, l’incontro ha lasciato negli spettatori la sensazione di aver assistito non solo a una presentazione di un libro, ma a un vero e proprio esercizio di cittadinanza critica. La Democrazia Deviata di Di Battista non si limita a descrivere un male: chiama a raccolta, sollecita responsabilità, spinge a un risveglio collettivo.
E forse è proprio questo il valore aggiunto di una manifestazione come il Festival Internazionale del Giornalismo e del Libro d’Inchiesta: non offrire risposte preconfezionate, ma stimolare nuove domande, nuove urgenze, nuove visioni. A Piano di Sorrento, in una sera d’agosto, la politica ha ritrovato la sua dimensione originaria: quella del confronto pubblico, della parola viva e del dubbio che diventa ricerca.






